Nato nel borgo umbro nel 1275, fu un eremita che condusse una vita di penitenza e preghiera. Si ritirò in una grotta nei pressi del paese, dove si dedicò alla meditazione e alla contemplazione. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e presto numerosi pellegrini iniziarono a visitare la sua grotta per chiedere la sua intercessione. Morì nel 1333 e fu beatificato da Papa Gregorio XI nel 1374. Il suo culto è ancora vivo a Gualdo Cattaneo, dove è venerato come patrono della città. Il suo corpo è conservato nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove è meta di pellegrinaggi e fonte di grazie.

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Beato Ugolino da Gualdo Cattaneo Eremita

1 gennaio

Nato nel borgo umbro nel 1275, fu un eremita che condusse una vita di penitenza e preghiera. Si ritirò in una grotta nei pressi del paese, dove si dedicò alla meditazione e alla contemplazione. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e presto numerosi pellegrini iniziarono a visitare la sua grotta per chiedere la sua intercessione. Morì nel 1333 e fu beatificato da Papa Gregorio XI nel 1374. Il suo culto è ancora vivo a Gualdo Cattaneo, dove è venerato come patrono della città. Il suo corpo è conservato nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove è meta di pellegrinaggi e fonte di grazie.

Martirologio Romano: A Gualdo Cattaneo in Umbria, beato Ugolino, che condusse vita eremitica.


Tra le valli Umbra e Tiberina, tra Foligno e Spoleto, dove amene colline conservano mirabilmente artistiche testimonianze del passato, sorge il borgo di Gualdo Cattaneo, arroccato e munito di una possente cerchia di mura. Fondato nel 975 dal Conte da cui prese il secondo nome, ebbe sempre un ruolo geografico strategico. Il suo nome è legato ad un beato, venerato come patrono, il cui corpo è custodito nella cripta della chiesa dei Ss. Antonio e Antonino.
Ugolino era un eremita dalla profonda e rigorosa vita spirituale, che divideva la giornata tra preghiera, silenzio e lavoro manuale. Sulla sua vita non possediamo molte notizie, ma sufficienti a delinearne la santità. In un documento del 1348 il Vescovo di Spoleto, Bartolus, scriveva al nostro beato, priore e fondatore laico dell’eremo di S. Giovanni nella selva di Onterio (nei pressi di Gualdo) in risposta ad una sua lettera. Ugolino era quindi la guida spirituale di un gruppo di eremiti ed aveva scritto per chiedere che l’eremo rientrasse nella giurisdizione dell’abbazia benedettina di Subiaco. Si firmava Ugolino Michele “de Mevania” (Bevagna). L’autorizzazione fu confermata da Papa Gregorio XI nel 1374, quando Ugolino aveva già raggiunto la patria celeste.
Alla morte fu sepolto con il dovuto riguardo e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi e fonte di grazie. Il trasferimento delle reliquie nella chiesa dei Ss. Antonio e Antonino fu eseguito successivamente, di certo prima della fine del secolo XV. In quegli anni era attiva una confraternita dedicata alla Vergine e ad Ugolino, venerato santo a voce di popolo. I confratelli, nel loro stendardo, recavano una sua immagine, la sua più antica raffigurazione insieme a quella dipinta nella chiesa di s. Agostino nel 1482 da un allievo dell’Alunno.
E’ conservata un’antica lapide, copia di una precedente, che in passato dette animo a confusioni e discussioni anche accese, sui tempi e sul luogo in cui nacque Ugolino, Bevagna o Gualdo. I due paesi sono comunque assai vicini e una tesi è quella che i natali furono a Gualdo, da genitori di Bevagna. Il culto è da sempre sentito e già nel 1483 gli statuti comunali decretavano l’offerta “della cera” per la festa fissata al 1° gennaio (data della morte). I festeggiamenti si svolgono oggi anche a inizio settembre. Il suo biografo principale è uno studioso del XVII secolo, Ludovico Iacobilli. Nel 1919 ne fu confermato il culto “ab immemorabili”.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2008-01-21

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