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Sant' Ilarione di Pelecete Egumeno (Abate)

28 marzo

VIII sec.

Ilarione è conosciuto soprattutto dal Canone a lui consacrato da un innografo di nome Giuseppe che firma in acrostico e che potrebbe essere o l'arcivescovo di Tessalonica, fratello di san Teodoro Studita, o lo scrittore un po' più tardivo, conosciuto sotto il titolo d'Innografo (816-886). Questo Canone attribuisce al santo il titolo di martire in relazione alle sofferenze da lui sopportate per il culto delle immagini, ma disgraziatamente non viene indicata l'epoca esatta. Ilarione divenne egumeno di Pelecete, monastero situato sul monte Olimpo di Bitinia, soltanto quando il monastero risorse dalle sue rovine dopo la distruzione effettuata dal famoso generale Lachanodrachen, governatore della regione, sotto Costantino V, il giovedì santo del 764. Poiché la persecuzione durò fino alla morte di questo imperatore (775), il restauro non ebbe probabilmente luogo che sotto Leone IV (775-780). Tuttavia è possibile che un gruppo di monaci abbia potuto ricostituirsi di nascosto prima di tale epoca; comunque, Ilarione era probabilmente nel numero dei monaci sfuggiti alla tragedia del 764.

Martirologio Romano: Presso il monte Olimpo in Bitinia, nell’odierna Grecia, sant’Ilarione, egúmeno del monastero di Pelecete, che difese strenuamente il culto delle sacre immagini.


La fama di Ilarione, egumeno del monastero di Pelecete sul monte Olimpo di Bitinia, si deve principalmente al Canone a lui dedicato dall'innografo Giuseppe, identificabile con l'arcivescovo di Tessalonica o con l'omonimo scrittore posteriore. In questo componimento, Ilarione è definito martire per le sofferenze patite in difesa del culto delle immagini, sebbene l'epoca precisa di tali persecuzioni non sia specificata.
La sua nomina ad egumeno di Pelecete avvenne solo dopo la ricostruzione del monastero, distrutto nel 764 dal generale Lachanodrachen sotto l'imperatore Costantino V.
Considerando la durata della persecuzione iconoclasta fino alla morte di Costantino V nel 775, la ricostruzione è da attribuirsi presumibilmente al regno di Leone IV (775-780). Tuttavia, non si esclude la possibilità che un gruppo di monaci si fosse ricostituito clandestinamente prima di tale data, e che Ilarione fosse tra i superstiti della tragedia del 764.
La sua figura rimane avvolta in un alone di mistero, alimentando la nostra curiosità sulle sue vicende e sul suo ruolo nella resistenza all'iconoclastia.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-23

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