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Santi Lucio, Montano e compagni Martiri

23 maggio

† 259

In tempi di persecuzione sotto l'imperatore Valeriano, i Santi Lucio, Montano e Compagni, cristiani di Cartagine (Tunisia), furono arrestati per la loro fede. Nonostante le torture e la prigionia, la loro fede rimase incrollabile. In una lettera ai cristiani, raccontarono le loro sofferenze e la loro speranza nella vita eterna. Condannati a morte, affrontarono il martirio con serenità, diventando simbolo di resistenza e convertendo molti pagani.

Martirologio Romano: A Cartagine, nell’odierna Tunisia, santi Lucio, Montano, Giuliano, Vittorìco, Vittore e Donaziano, martiri, che, per la religione e la fede che avevano appreso dall’insegnamento di san Cipriano, affrontarono il martirio sotto l’imperatore Valeriano.


Nel cuore della persecuzione di Valeriano, che sconvolse l'Impero Romano nel III secolo, risplende la luce inossidabile della fede dei Santi Lucio, Montano e Compagni. Questi valorosi cristiani, originari di Cartagine, nell'odierna Tunisia, offrirono la loro vita in testimonianza del Vangelo, lasciando un'eredità indelebile di coraggio e incrollabile devozione.
Sebbene le informazioni pervenuteci non siano esaustive, la loro storia ci ispira e commuove. Lucio, figura di spicco, era lettore nella Chiesa di Cartagine, mentre Montano ricopriva il ruolo di esorcista. I loro compagni, Giuliano, Vittorico, Vittore e Donaziano, erano uniti da un profondo legame di fede e amicizia.
In un clima di crescente ostilità verso il Cristianesimo, l'imperatore Valeriano emanò un editto che imponeva il culto degli dei romani e la rinuncia alla fede cristiana. Lucio, Montano e Compagni, incapaci di abiurare le loro convinzioni, furono arrestati e incarcerati.
Durante la prigionia, che si protrasse per mesi, i Santi subirono dure privazioni e torture. La fame, la sete e le sofferenze fisiche non scalfirono però la loro incrollabile fede. Anzi, la loro devozione si rafforzò, divenendo faro di speranza per i loro compagni di cella.
In un momento di particolare sconforto, i Santi redassero una commovente lettera, indirizzata ai cristiani di Cartagine. In essa, narravano le loro sofferenze, ma soprattutto ribadivano la loro incrollabile fede e la speranza nella vita eterna. La lettera divenne un potente simbolo di resistenza e incoraggiamento per la comunità cristiana oppressa.
Dopo mesi di tormenti, Lucio, Montano e Compagni furono condotti al martirio. Affrontarono la morte con serenità e coraggio, offrendo la loro vita in testimonianza del loro amore per Cristo. Il loro sacrificio non fu vano: la loro fede incrollabile ispirò e convertì numerosi pagani, rafforzando la comunità cristiana di Cartagine.
Già nel VI secolo, la fama dei Santi Lucio, Montano e Compagni era diffusa in tutto il Nord Africa. La Basilica di Henchir el Beguer, in Tunisia, sorse proprio per custodire le loro reliquie. Nel Martirologio Romano, la loro memoria è fissata al 23 maggio, invitandoci a celebrare il loro esempio di coraggio, fede e incrollabile devozione.

Autore: Franco Dieghi
 


 

San MONTANO, Martire
Discepolo di Cipriano, subì il martirio a Cartagine nel 259 sotto l’impero di Valentiniano. Dopo che a Cartagine aveva avuto luogo una sedizione popolare, l’autorità civile mise in atto un’azione repressiva nei confronti dei cristiani. Montano venne arrestato per ordine del governatore, e insieme a Lucio, Flaviano, Giuliano, Vittorico, Primolo, Iteno e Donaziano, fu portato in carcere e lasciato là alcuni mesi a soffrire la fame e la sete. Quindi venne condotto davanti al giudice per essere interrogato, e continuò coraggiosamente a professare la sua fede in Cristo, fino a quando subì l’estremo supplizio. Mentre, si avviava a incontrare il suo carnefice sotto gli occhi del popolo incuriosito, mostrava un aspetto gioioso e invitava tutti alla carità e all’unità.
Montano con i suoi compagni è protagonista di una passione, ovvero la “Passio SS. Montani et Luci” (cfr. BHL 6009) ed è menzionato in vari calendari antichi. La “Passio SS. Montani et Luci”, il “Calendarium Carthaginensis” e il “Martyrologium hieronymianum” pongono al 23 maggio il supplizio di Montano e Lucio e al 25 maggio il supplizio di Flaviano. Viceversa il “Martyrologium Romanum”, probabilmente sbagliando, assegna la festa di Montano e di tutti i suoi compagni al 24 febbraio.
Il culto di Montano nella zona di Tebessa è attestato da un’iscrizione, non anteriore al VI secolo, appartenente all’altare della basilica di Henchir-el-Beguer.


Autore:
Paola Marone

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Aggiunto/modificato il 2024-04-24

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