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Beato Ercolano da Piegaro Sacerdote francescano

28 maggio

† 1451

Minore Osservante, nato a Piegaro (Perugia), era già attivo predicatore poco dopo il 1420. Prima non si hanno notizie. Stava, nel 1430, predicando la Quaresima nel duomo di Lucca, allorché i fiorentini assalirono la città. Ercolano fece di tutto per soccorrere gli assediati, che presto vennero a mancare di viveri, e sembra riuscisse a far introdurre nella cerchia urbana grano e animali da carne per mezzo di una sortita nelle campagne. A meglio animare il popolo alla resistenza, predisse poi l'imminente ritiro delle truppe nemiche, cosa che puntualmente si verificò. In compenso i lucchesi gli diedero il convento di Pozzuolo. Deve essere dell'anno successivo una sua predicazione a Perugia, che commosse la città. A Firenze il 23 ag. 1434 ottenne da Eugenio IV una bolla che gli permetteva di fondare altri due conventi nella Lucchesia: a Barga e presso Castel-nuovo di Garfagnana. Nel corso di una predicazione a Pieve di Castelnuovo cominciò la costruzione di una piccola casa. Ve lo distolse il confratello Alberto da Sarteano, legato papale, che lo volle con sé nella missione d'Oriente del 1435-1437. Tornato in patria, Ercolano espletò mansioni di superiore degli Osservanti nel territorio lucchese. Morì nel convento di Castelnuovo nel 1451, dopo il mese di maggio, perché si sa che allora era a Viterbo a predicare. Sepolto in luogo umido, il suo corpo, riesumato illeso dopo cinque anni, fu trasportato nella chiesa conventuale, dove ancora si venera.

Martirologio Romano: Presso Castelnuovo nella Garfagnana in Toscana, beato Ercolano da Piegaro, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, insigne predicatore, rifulse per l’austerità di vita, i lunghi digiuni e la fama di miracoli.


Ercolano nacque a Piegaro, un piccolo borgo umbro situato al confine con la Toscana, nell'anno 1390. Sin da giovane, dimostrò una profonda inclinazione verso la fede e una natura incline all'ascetismo. Attratto dalla vita consacrata, decise di abbracciare l'Ordine francescano, entrando a far parte della Riforma Osservante, un ramo del francescanesimo che poneva particolare enfasi sul rigore e la semplicità evangelica.
Le prime notizie certe sulla sua vita risalgono agli anni Venti del Quattrocento, quando già si distingueva come predicatore di grande efficacia. La sua parola, infuocata da una sincera passione per il Vangelo, sapeva toccare i cuori e suscitare conversioni profonde. La fama della sua eloquenza si diffuse rapidamente, portandolo a predicare in diverse città dell'Italia centrale, tra cui Lucca, Perugia e Firenze.
Oltre alle doti oratorie, Ercolano era ammirato per la sua austerità di vita. I suoi digiuni erano frequenti e prolungati, e la sua esistenza era improntata ad una radicale semplicità. Si narra che dormisse su assi di legno e indossasse abiti logori e rattoppati. La sua fama di santità era alimentata anche da numerosi miracoli che gli venivano attribuiti, tra cui guarigioni prodigiose e intercessioni soprannaturali.
Nel 1430, mentre predicava la Quaresima a Lucca, la città fu assediata dalle truppe fiorentine. Ercolano si prodigò nell'incoraggiare la popolazione e nell'organizzare l'aiuto ai più bisognosi. Si dice che, grazie alla sua intercessione e alle sue profezie, l'assedio fu presto revocato. La gratitudine dei lucchesi si concretizzò nella concessione del convento di Pozzuolo ai frati osservanti.
Nel 1434, Papa Eugenio IV gli affidò la missione di fondare nuovi conventi in Lucchesia. Ercolano si dedicò con zelo a questo compito, costruendo conventi a Barga e Castelnuovo di Garfagnana. Durante un soggiorno a Pieve di Castelnuovo, iniziò la costruzione di una piccola dimora, ma fu richiamato dal confratello Alberto da Sarteano per una missione in Oriente, che durò dal 1435 al 1437.
Al suo ritorno in Italia, Ercolano assunse incarichi di responsabilità nell'ambito della Provincia osservante lucchese. La sua saggezza e la sua esperienza spirituale lo rendevano una guida autorevole per i confratelli.
Ercolano si spense nel convento di Castelnuovo di Garfagnana nel 1451. Il suo corpo fu sepolto in un luogo umido, ma dopo cinque anni venne riesumato e trovato miracolosamente intatto. Questo evento prodigioso contribuì ad alimentare la devozione verso il frate francescano, che ben presto fu considerato un santo.
Nel 1860, Papa Pio IX ne approvò ufficialmente il culto, confermandogli il titolo di Beato. La sua memoria è particolarmente venerata nella sua terra natale, a Piegaro, e nei luoghi dove operò, in Toscana. La sua festa liturgica si celebra il 28 maggio.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-06

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