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Sant' Onesiforo Discepolo di san Paolo, martire

6 settembre

Efeso, 66 ca.

Discepolo di San Paolo, che molto aiutò l'apostolo ad Efeso e durante la prigionia a Roma.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Onesíforo, che spesso ristorò san Paolo Apostolo a Efeso e non ebbe vergogna delle sue catene, ma recatosi a Roma lo cercò con sollecitudine e lo trovò.


La notizia più certa che riguarda s. Onesiforo è la lettera di s. Paolo, allora prigioniero a Roma, indirizzata a Timoteo che si trovava ad Efeso: “Faccia il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo; poiché egli spesso mi riconfortò e non arrossì della mia prigionia, ma venuto a Roma premurosamente cercò di me e mi ritrovò. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di Lui in quel giorno. E quanti servizi mi abbia reso ad Efeso tu lo sai molto bene…. saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesiforo”.
Quindi il discepolo era oriundo di Efeso, dove aveva lasciato la famiglia per venire a trovare a Roma l’apostolo Paolo; si suppone che quando s. Paolo scrisse a Timoteo, Onesiforo fosse già morto.
Egli è commemorato in date diverse nei sinassari e menei bizantini, con descrizioni discordanti secondo la data. Una versione lo classifica come vescovo di Kolôfonia, un’altra come vescovo di Koroneia; in altra data, il 30 giugno, compare nella lista dei settantadue discepoli ancora come vescovo, mentre il 6 dicembre insieme a sei discepoli, non reca nessun titolo vescovile.
Le notizie si complicano quando al 16 luglio, sempre nei sinassari, Onesiforo è commemorato insieme al suo servo Porfirio, ma non più originario di Efeso, ma di Iconio (Lacaonia), dove sarebbe stato battezzato da s. Paolo e l’avrebbe seguito nell’opera di evangelizzazione. Con l’apostolo e Porfirio sarebbe giunto a Pario nell’Ellesponto e poi a Gerusalemme e Roma, giungendo fino in Spagna e ritornando poi nell’Ellesponto.
Avendo rifiutato di obbedire agli ordini del proconsole Adriano, fu sottoposto insieme a Porfirio a diverse torture e infine costretti a correre legati a due cavalli selvatici, che trascinandoli posero fine al loro martirio.
Tralasciando altre versioni e commemorazioni, citiamo che in Occidente fu Adone che inserì “Onesiforo discepolo di s. Paolo” nel suo ‘Martirologio’ scegliendo la data del 6 settembre.
Cesare Baronio l’introdusse nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data, conservando la memoria della lettera di s. Paolo, ma associandogli Porfirio nel martirio.
Nella recente edizione del ‘Martirologio Romano’ viene commemorato solo in base alla lettera paolina e quindi non vi è più associata la figura di Porfirio, mentre è rimasta immutata la data del 6 settembre.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-02-06

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