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San Hemming di Abo Vescovo

21 maggio

Nato a nord di Uppsala in Svezia alla fine del 1200, divenne vescovo di Abo, odierna Turku in Finlandia. Morì il 21 maggio 1366.

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Turku in Finlandia, sant’Hemming, vescovo, che rifulse per il suo zelo pastorale: rinnovò la disciplina di questa Chiesa con l’indizione di un sinodo, favorì gli studi dei chierici, diede maggior decoro al culto divino e promosse la pace tra i popoli.


Prima che la Svezia conoscesse l’avvento della Riforma Protestante luterana, vi era stata una fioritura di santi della religione cattolica, una fra tutti s. Brigida. Nell’eletta schiera troviamo s. Hemming, nacque nella parrocchia di Balinge a nord di Uppsala, verso la fine del 1200 (sec. XIII).
Visto le sue attitudini alla vita sacerdotale, fu mandato a studiare ad Uppsala nelle scuole dipendenti dalla cattedrale, dopo ordinato sacerdote, proseguì gli studi all’Università di Parigi dove conobbe, fra gli altri insigni maestri anche Pietro Ruggero de Rosière che diventerà poi papa con il nome di Clemente VI.
Nel 1329 fu nominato canonico del duomo di Abo, odierna Turku in quella parte del regno svedese dal nome Osterland, odierna Finlandia, sulla sponda opposta alla Svezia del Golfo di Botnia.
Fattosi ammirare nella nuova sede dal clero locale, divenne naturale che alla morte del vescovo Bengt nel 1338, egli venisse eletto all’unanimità dai canonici riuniti e che contrariamente alla regola non fecero votazioni e scrissero parole di elogio e apprezzamento per la sua persona, nella lettera che comunicava le loro decisioni all’arcivescovo di Uppsala, da cui dipendeva la diocesi di Abo.
La sua opera fu enorme e qualificata: organizzò la mensa episcopale, diede maggiore importanza e incremento alle scuole per sacerdoti annesse al duomo (precursori dei seminari diocesani), incrementò il tesoro della cattedrale con vasi e oggetti preziosi, regalò al duomo la sua ricca raccolta di libri amanuensi di teologia e diritto canonico, che aveva iniziato a raccogliere nel suo periodo parigino; conscio della cultura ricevuta personalmente, dispose che i più meritevoli fra gli aspiranti sacerdoti potessero andare a Parigi a studiare.
L’organizzazione della diocesi fin nella più piccola parrocchia, le liturgie, le festività, l’amministrazione dei beni, il riposo festivo, ecc. furono discussi e regolamentati nei sinodi da lui indetti; a leggere gli articoli e gli argomenti che vennero disciplinati, sembra che si parli di una diocesi e parrocchie del nostro tempo e non del lontano 1352.
Viaggiò molto e per quell’epoca era una cosa non facile, verso il 1347 andò in Francia dove per incarico di s. Brigida di Svezia a cui era legato da una grande amicizia, dovette visitare papa Clemente VI, già suo maestro a Parigi, che stava nella sua sede di Avignone per persuaderlo a tornare a Roma, ed inoltre animato, come la regina Brigida, di desiderio di pace, cercò di riappacificare, senza riuscirvi, i re di Francia ed Inghilterra che erano in guerra.
Egli morì il 21 maggio 1366 dopo 29 anni circa di episcopato, fu quasi subito considerato un santo e già dal 1400 veniva invocato come intercessore nei casi di malattia e pericolo. Nonostante l’abitudine del clero di Abo di registrare tutti i miracoli che gli venivano attribuiti e i pellegrinaggi alla sua tomba nel duomo, non si arrivò mai ad una dichiarazione ufficiale della Santa Sede sulla sua santità, perché tutti gli atti relativi andarono persi.
Comunque però la Santa Sede nel 1514, un poco prima che subentrasse la riforma Protestante, autorizzò una traslazione del corpo del vescovo Hemming e la deposizione delle sue reliquie in un reliquiario, ancora oggi nel duomo di Abo (Turku) ormai in Finlandia; esiste una pala d’altare proveniente da Urdiala in Finlandia che lo rappresenta insieme a s. Brigida, con l’aureola di santo e con un angelo che gli pone sul capo la mitria di vescovo.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-03-21

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