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Beato Simone Balacchi Religioso domenicano

3 novembre

Santarcangelo di Romagna, Rimini, 1240 - Rimini, 3 novembre 1319

Simone era figlio di un nobile che voleva avviarlo alla carriera militare. Ma il giovane, vissuto alla fine del XIII secolo, rifutò le glorie delle armi e delle agiatezze mondane e decise di indossare l'abito di converso nel convento dei Domenicani di Rimini, dove avevano lasciato da poco il loro segno Pietro da Verona e Tommaso d'Aquino. Si dedicò da subito ai lavori più umili preferendo tra tutti la cura della terra. Il suo zelo rigoroso nel lavoro e nella preghiera, però, fu mitigato dal suo stesso superiore, intervenuto perché preoccupato per la sua stessa salute. Alla preghiera e alla penitenza, aggiunse un apostolato attivissimo, attraverso la catechesi ai fanciulli e la predicazione, nonché atti di profonda devozione e contrizione cui era mosso da profonda pietà per i peccatori. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse infermo su un letto, a Rimini, dove morì nel 1319. I suoi resti, nel 1817, furono trasferiti nella collegiata di Sant'Arcangelo. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Rimini in Romagna, beato Simone Balacchi, religioso dell’Ordine dei Predicatori, che condusse una vita tutta dedita al servizio dei fratelli, alla penitenza e alla preghiera.


Simone appartenne a nobile famiglia e fu da suo padre avviato alla carriera delle armi. Ma il giovane e brillante cavaliere, illuminato da Dio sulla vanità delle grandezze mondane, dato un addio alla divisa militare, chiese ed ottenne l’umile Abito di Converso nel Convento dei Domenicani di Rimini, dove tanto profumo di virtù avevano da poco lasciato Pietro da Verona e Tommaso d’Aquino. Comprese subito che il lavoro formava l’obbligo principale del suo stato, e ci si applicò con ardore indefesso. Gli uffici più umili e faticosi erano suoi, specialmente la cultura dell’orto, nella quale spendeva la maggior parte del tempo. Nonostante il peso della fatica, si alzava tutte le notti per il Mattutino, passando lunghe ore in preghiera, e sfinendosi nei digiuni, tanto che il Superiore fu costretto a intervenire per moderare tanto rigore. Con lo stesso fervore, ci tramandano le antiche cronache, per vent’anni si flagellò per la conversione degli eretici e dei peccatori. Alla preghiera e alla penitenza, aggiunse un apostolato attivissimo, catechizzando i fanciulli, esortando i peccatori e adoperandosi in mille modi per distruggere il regno del male. Le continue lacrime versate per le anime perdute gl’inaridirono gli occhi, riducendolo alla cecità all’età di cinquant’anni. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse infermo su un letto, a Rimini, spesso circondato di luce, dove morì nel 1319. I suoi resti, nel 1817, furono trasferiti nella collegiata di Sant’Arcangelo. Papa Pio VII il 14 marzo 1820 ha concesso la Messa e l’Ufficio propri.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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