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Sant' Edoardo II il Martire Re d’Inghilterra

18 marzo

962 circa - 18 marzo 979

Il regno di Sant'Edoardo, nipote del re Atelstano e figlio di Edgardo il Pacifico, fu breve e tragico. Assassinato a tradimento dalla matrigna Elfrida nel 978, egli assurse al rango di santo per la sua devozione alla Chiesa e la sua morte violenta, subita per mano di coloro che tramavano contro la sua legittima regalità. La sua figura, venerata nella diocesi di Plymouth e raffigurata con il pugnale simbolo del martirio, rappresenta un esempio emblematico di santità regale anglosassone, paragonabile a quella di altri re martiri come San Chenelmo e Santi Etelberto e Sigeberto II.

Emblema: Corona, Palma, Pugnale

Martirologio Romano: Presso la cittadina di Wareham in Inghilterra, sant’Edoardo, che, re degli Angli, fu ucciso ancora giovane con malvagio inganno dai sicari della sua matrigna.


Occorre innanzitutto specificare, per raccapezzarsi nella folta schiera di santità sorta presso le corti reali inglesi, che il santo in questione è il re Sant'Edoardo II il Martire, zio del quasi omonimo re Sant'Edoardo III il Confessore, festeggiato invece il 5 gennaio.
Edoardo II, dunque, era figlio del re Sant'Edgaro il Pacifico e della sua prima consorte Etelfleda, che morì non molti anni dopo la sua nascita, avvenuta all'incirca nel 962. Ricevette il battesimo dal celebre San Dunstano, titolare della sede arcivescovile di Canterbury e primo ministro reale.
Alla morte di Edgaro, il malcontento di alcuni cavalieri portò al tentativo di incoronazione del piccolo Etelredo, nato dal secondo matrimonio con Elfrida. Questa possibilità si scontrò però con l'opposizione del santo vescovo, che preferì incoronare egli stesso Edoardo II quale nuovo sovrano l'8 luglio 975. Anche se appena ragazzo, il nuovo re possedeva indubbiamente un temperamento vile ed un'innata inclinazione alla violenza, fattore che non poteva non renderlo ostile agli altri. L'opposizione nei suoi confronti continuò a crescere, nonostante fosse costantemente seguito nell'opera di governo da Dunstano. Alfero di Mercia dedise di intraprendere il saccheggio e la distruzione dei monasteri presenti nel regno, vanificando così in un battibaleno tutta la preziosa opera che il vescovo aveva realizzato ed Edoardo II aveva sostenuto in vario modo. Ma questa fu solamente una delle tante reazioni alla fitta politica di alleanza e reciproco sostegno instauratasi fra la monarchia e la Chiesa inglesi. Il monachesimo, sempre più emergente ed attivo nella vita di corte, avrebbe potuto compromettere inoltre il potere dei cavalieri.
Il biografo Osvaldo di Worcester narra che fu allora tramato un complotto finalizzato all'uccisione del re, dopo neppure quattro anni dalla sua ascesa al trono. Tutte le cronache sono concordi nel sostenere la tesi dell'assassinio di Edoardo II, ma Guglielmo di Malmesbury e lo stesso Osvaldo si spingono oltre, attribuendo l'iniziativa ai sostenitori di Etelredo ed in particolare a sua madre Elfrida. Constatando però anche l'ostilità provata da Alfero di Mercia, si può supporre che la cospirazione nei confronti del giovane sovrano ebbe sicuramente basi assai ampie.
In ogni caso il tragico evento si consumò presso il castello di Corfe-Gap nel Dorset, residenza di Etelredo ed Elfrida, ove Edoardo fu convocato dal fratellastro in seguito ad una battuta di caccia. Giuntovi dunque a cavallo, privo di scorta, la matrigna ordinò di coglierlo di sorpresa con una pugnalata. Spronato con urgenza il cavallo, un piede di Edoardo scivolò dalla staffa ed egli, caduto di sella, rimase ancorato solo più con un piede all'animale, che lo trascinò per un lungo tragitto. La morte, ormai inevitabile, lo raggiunse così il 18 marzo 979. Ufficialmente mai nessuno fu mai incolpato dell'accaduto, ma una leggenda vuole che la malvagia matrigna sia poi entrata nel monastero di Wherewell in segno di espiazione per la sua grande colpa di mandante dell'omicidio.
La vicenda Sant'Edoardo II è paragonabile a quella di altri santi re anglosassoni, come San Chenelmo ed Santi Etelberto e Sigeberto II dell'Est-Anglia. Come avvenuto anche per molti martiri del XX secolo, il concetto di martirio è stato dunque esteso a casi di morte violenta a causa della giustizia, “per testimonium caritatis heroicis”. Tuttavia il culto nei confronti del re Edoardo II non fu dettato solo dall'essere stato ucciso ingiustamente adempiendo il proprio dovere, ma anche dal divulgarsi di molti racconti di miracoli verificatisi sulla sua tomba a Shaftesbury, ove le sue reliquie erano state traslate. Il santo sovrano martire è ancora festeggiato in particolar modo nella diocesi di Plymouth. Oltre che con gli attributi tipici di un re e di un martire, Edoardo viene raffigurato anche con il pugnale, oggetto protagonista del suo martirio. La presenza di molte icone orientali del santo e dovuta dalla presenza di alcune sue reliquie nella chiesa ortodossa di Brookwood, nel Surrey. Proprio perché vissuto prima del grande scisma, anche parecchie Chiese orientali lo annoverano nei loro calendari.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2005-05-07

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