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Beata Eufemia Domitilla Principessa, domenicana

17 gennaio

† 17 gennaio 1359

Figlia del duca Przemislao di Ratibor (Slesia), entrò nel convento domenicano di questa città divenendone priora. Morì il 17 gennaio 1359 in fama di santità. Dal popolo è venerata come beata. Il suo corpo, dal 1821, è nella chiesa parrocchiale di Liebfrauen.



Nel castello di Racibórz (cittadina della Slesia), nel 1299, venne al mondo Eufemia, secondogenita del duca Przemislao di Ratibor e di sua moglie Anna, figlia di Konrad II Czerski. La bimba prese il nome della nonna paterna, col diminutivo Ofka. Suo padre fece voto a Dio e alla Vergine Maria che avrebbe fondato un convento domenicano dove sarebbe diventata monaca una sua figlia. La promessa divenne realtà qualche anno più tardi, nel 1306, con l’edificazione del Convento di S. Spirito.
Ofka trascorse l’infanzia a corte, ricevendo un’educazione profondamente religiosa. Studiò presso il convento di S. Caterina, trascorrendo molte ore della giornata in preghiera: amava meditare in particolare la Passione del Signore, anche con veglie notturne. Ebbe una grande devozione al Santissimo Sacramento e si preparava con cura alla partecipazione della Messa. Aggiunse alle preghiere atti penitenziali: digiuni e un cilicio. Il primo biografo narra un evento miracoloso che ne confermò la vocazione: una notte vide la Chiesa domenicana di Racibórz illuminata da tre raggi e in un bagliore la colomba dello Spirito Santo. Si avverò così il voto paterno, nonostante si stesse combinando il matrimonio, nel 1311, col duca di Brunswick. All'età di 14 anni Ofka vestì l’abito religioso, con una solenne cerimonia, divenendo suor Domitilla Eufemia. Il resto della sua vita l’avrebbe vissuta in clausura.
Ricoprì più volte la carica di priora, almeno negli anni 1341, 1344 e 1349-1359. Si contano ben trentun atti legali da lei firmati, sappiamo inoltre che si dedicò alla costruzione della chiesa, fino al 1334, e all'ampliamento del monastero grazie alle generose donazioni che seppe gestire. Nicola II di Przemyśl fu benevolo verso il monastero tanto da affidare alle monache, affinché venissero educate, le sue tre figlie: Agnieszka ed Elżbieta che furono poi monache, mentre una sorella vi entrò dopo essere rimasta vedova. Suor Eufemia Domitilla riuscì ad ottenere da papa Clemente VI l’approvazione del monastero, di stretta osservanza, con bolla del 6 giugno 1343.
La spiritualità di suor Eufemia fu cristocentrica, ma ebbe anche una forte devozione mariana, tanto da essere sempre effigiata col Rosario in mano. Condusse le sue monache a vivere una consacrazione autenticamente contemplativa, nello spirito dell'Ordine dei Predicatori. Si occupò inoltre dell'educazione delle ragazze in monastero come educande. Per i poveri e i bisognosi che bussavano alla porta del convento non mancavano mai gli aiuti, anche nei momenti di ristrettezze economiche a causa di guerre o calamità naturale. Suor Eufemia Domitilla, con gli anni, intensificò le pratiche ascetiche, la sua vita di abnegazione era ben nota oltre le mura del convento.
Dopo circa un anno di malattia, morì il 17 gennaio 1359 e fu sepolta nella cripta sotto la cappella di S. Domenico, mausoleo dei Duchi di Racibórz. La sua memoria rimase viva, si diffusero alcuni ritratti. Un numero sempre maggiore di persone, pregandola, ottennero grazie e miracoli. Fu dato inizio al processo di beatificazione nel 1606 e si pubblicò una biografia. Nel 1659, nel 300° anniversario della morte, la cripta fu ristrutturata e si fece una ricognizione delle spoglie mortali. Nel 1737 la cappella e la tomba di Eufemia furono ricostruite in stile tardo barocco. Negli anni 1734-1735 riprese il processo di beatificazione, interrotto dalle guerre e nel 1810 dalla soppressione del monastero. Nel 1821 le reliquie furono trasferite nella Cappella Polacca della chiesa parrocchiale. Nel 1936 il sarcofago fu restaurato, ma purtroppo nel 1945, quando l'Armata Rossa conquistò Racibórz, fu coinvolto in un incendio.  Suor Eufemia Domitilla è dal popolo venerata come beata, una locale Confraternita la considera fondatrice.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2022-05-03

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