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> Home > Sezione Chiese Orientali Ortodosse > Sant' Ilia il Giusto Ciavciavadze Condividi su Facebook Twitter

Sant' Ilia il Giusto Ciavciavadze Martire

18 giugno (Chiese Orientali)

Q'vareli, Georgia, 8 novembre 1837 – Mtskheta, Georgia, 12 settembre 1907

È considerato uno dei padri fondatori della Georgia moderna ed è canonizzato come santo dalla Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana. Nel 1895 pubblicò nel suo giornale Iveria cinque poesie dell'allora diciassettenne Josif Stalin, che le scrisse con lo pseudonimo di Soselo. Fu anche un uomo politico e venne eletto deputato nella Prima Duma. Il 28 agosto (12 settembre secondo il calendario gregoriano) 1907 venne ucciso da una banda di sei uomini che tesero a lui e alla moglie Olga un'imboscata nel villaggio di Tsitsamuri. L'assassinio di Ilia Chavchavadze rimane ancor oggi controverso: sulla base di recenti scoperte archivistiche, si crede che il complotto per assassinare Chavchavadze sia stato un'operazione congiunta delle due correnti del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, in conseguenza della condanna che il poeta pronunciò nei confronti della loro strategia rivoluzionaria; l'intellettuale georgiano era infatti un nazionalista conservatore che godeva di un discreto seguito nella propria regione.



Poeta e scrittore, pubblicista e pensatore georgiano, Ilia fu detto il «re non coronato della Georgia». Venne assassinato dai terroristi socialdemocratici.
Era nato nel villaggio di Qvareli (Georgia orientale, provincia di Kacheti) nella famiglia di un principe decaduto; ancora in tenera età perdette i genitori e venne accolto nella famiglia della zia patema, Macrina, dalla quale fu allevato e ricevette la prima formazione. Successivamente, Ilia studiò al ginnasio per i nobili di Tbilisi e, nel 1861, concluse il corso di laurea presso la facoltà giuridica dell'Università di San Pietroburgo.
Nelle sue prime opere poetiche, Ilia esprime la protesta contro l'ingiustizia sociale, che nell'impero russo si concretizzava nell'istituto della servitù della gleba tra i contadini. A poco a poco la penna del giovane poeta e scrittore si volse a educare la coscienza nazionale dei georgiani. Infatti, fin dai primi anni di studio a San Pietroburgo, si avvertiva in I. l'ispirazione derivante dalle idee del Risorgimento italiano.
Dopo il ritorno in Georgia, Ilia si dedicò a svolgere un'intensa attività in svariati campi della vita sociale. Fondò diversi giornali e riviste in lingua georgiana. I suoi articoli attaccavano i numerosi tentativi di falsificare il passato storico della Georgia da parte dell'ideologia ufficiale del governo zarista. Nessun aspetto della situazione politica e spirituale di allora sfuggì alla sua attenzione.
Numerosi sono i racconti, i poemi, le poesie di Ilia, e tale produzione costituisce uno dei più notevoli fenomeni della letteratura georgiana dell'Ottocento.
Oltre a svolgere un'intensa attività di scrittore, Ilia non mancò di servire il suo popolo, entrando nelle strutture ufficiali della società. Fu giudice, funzionario per compiti speciali, presidente dell'Associazione della pubblica istruzione dei georgiani, organizzatore di istituti e scuole femminili, presidente della Banca georgiana.
Nel 1906 Ilia fu eletto al Parlamento russo (la cosiddetta Gosudarstvennaja Duma). In tale occasione, egli fece questa dichiarazione: «Se io entro nel consiglio statale per esprimere gli interessi dei nobili, ciò è pura apparenza formale e giuridica. Nel consiglio io sarò il rappresentante e il difensore degli interessi di tutta la Georgia e di tutti i georgiani».
Ilia è giustamente considerato un innovatore e, anzi, il creatore della moderna lingua letteraria georgiana. Il suo contributo in questo campo è paragonabile a quello di Alessandro Manzoni per la letteratura italiana.
Una profonda religiosità pervade tutte le opere di Ilia scrittore. Il suo concetto di poesia è chiaramente profetico: il poeta, secondo lui, è un inviato divino che dev'essere allevato dal popolo. Il vertice della sua opera poetica è il poema L'eremita, in cui sono trattate questioni ascetiche e spirituali, ed è sviluppato il concetto della preghiera attiva. L'incontro fra l'eremita e il mondo, nel poema finisce tragicamente, il monaco solitario cade in demenza. Tuttavia, l'atmosfera spirituale dell'opera, intrisa di devozione, non consente di pensare a una semplice storia di tentazione e di umano fallimento. Lo sforzo dell'autore risiede altrove: egli tenta di rinnovare il concetto esistente riguardo alla via della salvezza. La strettezza della via evangelica, secondo l'autore, deve essere concepita nel senso della sua difficoltà oggettiva e come misura dell'ardore spirituale che essa esige dall'uomo, e non nel senso di certi comportamenti apparsi nel lungo itinerario delle ricerche umane; indagini che, con il passare del tempo, a poco a poco perdono la loro forza di suggestione.
La morte violenta di Ilia, ucciso dai socialdemocratici nel 1907, dimostrò ancora una volta al popolo georgiano la grandezza di questo suo figlio.
Ilia è stato canonizzato dalla Chiesa ortodossa georgiana nel 1987. Il giorno di commemorazione è quello della sua morte: il 18 giugno.


Autore:
Enrico Gabidzashvili


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum Orientalium

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Aggiunto/modificato il 2009-04-03

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