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Adelina Luppino Laica

Testimoni

Sant'Eufemia d’Aspromonte, Reggio Calabria, 29 dicembre 1964 - 27 gennaio 2007


Adelina nasceva il 29 – 12  - 1964  a  S. Eufemia d’ Aspromonte (RC).
Ha ricevuto il battesimo, il giorno di Pasqua del 1965, nella parrocchia di S. Eufemia V.e M.
All’età di due anni ha già cominciato a capire e a convivere con l’angoscia per la malattia di papà, per il quale  rivolgeva a tutti i santi preghiere.
Ha ricevuto la prima comunione nel santuario di Pompei.
Frequentava ancora la quinta elementare quando sulla famiglia si è abbattuto quel dolore immenso della morte di papà.
Da quel giorno tante cose sono cambiate. Adelina ha riposto non solo i giochi, ma anche il grembiulino blu che si usava a scuola per indossare i vestitini neri. Portò il lutto come una donna saggia.
L ‘altra grande famiglia è stata per Lei la comunità parrocchiale; è cresciuta all’ombra della chiesa; ha trovato tanti amici, ma soprattutto ha ricevuto e alimentato la sua fede: questo grande dono che l’ha accompagnata per tutta la vita.
È stata un’attivissima educatrice all’interno dell’ACR parrocchiale. Come animatrice ha seguito molto il settore dei giovanissimi, i ragazzi dai 14 ai 17 anni, età in cui, dopo aver ricevuto i sacramenti della comunione e della cresima, si tende spesso ad allontanarsi dalla parrocchia. Con attività ludico-ricreative tendeva a tenerli uniti. Frequentava i campi scuola dell’ACR e non mancava mai agli incontri interparrocchiali, perché li considerava momenti di crescita formativa.
Per  10 anni ha collaborato alla redazione del giornalino parrocchiale “ La nostra voce “ dove non mancava mai un suo articolo.
La messa domenicale era per Lei un momento molto importante, era veramente consapevole dell’incontro con Cristo e si preparava nel migliore dei modi.
Ha conseguito il diploma di ragioniera presso  l’ istituto tecnico commerciale  di Palmi.
Si è laureata in Scienze Economiche e Sociali, AA 1987/88 ,all’ Università della Calabria, a Cosenza.
Dopo la laurea l’aspettava l’ingresso nel mondo del lavoro che purtroppo, nella nostra amata terra, è ancora più difficile.
Sono cominciati per Lei i duri distacchi, prima a Monza, poi a Saronno, dove si è dedicata all’insegnamento.
Successivamente è stata assunta, in una società d’ingegneria a Torino. Gli anni trascorsi a Torino sono stati tra i più duri. La distanza era notevole e sentiva che si affievoliva il contatto con il paese.
Dopo quattro anni decise di licenziarsi, affermando che: “bisogna lavorare per vivere e non  vivere per lavorare, io torno a casa, Dio non mi abbandonerà “.
E’ tornata nella sua S. Eufemia, dove si sentiva appagata dalla famiglia, dagli amici e soprattutto dalle attività della parrocchia.
In quegli anni nasceva in paese l’Agape, associazione di cui Lei andava fiera. Ha sempre cercato di dare il suo contributo di idee e d’iniziativa e  partecipava alle relative attività che l’arricchivano e  l’appagavano.
Purtroppo non è riuscita a trovare alcun lavoro, nonostante la sua esperienza, e questo è stato motivo di grande rammarico, perché Lei non avrebbe mai e poi mai lasciato S. Eufemia, se avesse avuto un impegno lavorativo.
Si trasferì a Fiuggi nel 1999 e cominciò a lavorare come responsabile amministrativa di una  società d’ingegneria.
A Fiuggi collaborò anche con l’associazione S. Damiano, che sostiene dei progetti di cooperazione con il Madagascar.
A Fiuggi conobbe più da vicino il gruppo dell’UNITALSI della sezione romana laziale. Cominciarono così i suoi viaggi come sorella d’assistenza sul treno bianco per Lourdes  e Loreto; con un sorriso smagliante andava incontro agli ammalati ed aveva la battuta pronta per strappare loro un sorriso. Andava a pregare alla Grotta da sola sempre tardi,dopo aver finito tutti i servizi. Il suo impegno con gli ammalati non si limitava al viaggio, spesso li andava a trovare a casa, perché diceva che per loro è importante anche vedere un volto amico.
Aveva cominciato a collaborare a un progetto dell’UNITALSI che aveva come fine quello di realizzare due sale dentistiche pediatriche a Betlemme, presso l’orfanotrofio per bambini palestinesi.
Nel Febbraio 2006, mentre si preparava con grande entusiasmo al pellegrinaggio in terra santa, cominciarono a farsi sentire i primi assalti di quel male subdolo, che era in agguato. La diagnosi è stata spietata e Lei ne è venuta subito a conoscenza, ma ha visto in questo evento il disegno di Dio e lo ha accettato con grande serenità d’animo. Durante la malattia ha voluto sempre attorno parenti ed amici. Cercava tutti per vivere nella gioia i giorni che Le restavano, il suo trapasso è avvenuto, il 27-1-2007.


Fonte:
www.azionecattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2010-04-20

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