|
X sec.
Apparteneva all’antica abbazia benedettina fondata nel 747 da san Sturmio, discepolo di San Bonifacio. Secondo gli storici fu ucciso dagli Ugonotti nel 910. E, proprio in quell’anno gli “Annales necrologici” di Fulda segnalano “Illatio corporis Racholfi”. Questa sintetica menzione testimonia l’inizio di un culto per questo santo, che però non ha mai avuto ulteriori sviluppi. Cristoforo Lieb menziona Racholf tra i martiri dell’ordine benedettino, e solo secondo il monaco Ugone Menardo veniva ricordato con una festa nel giorno 18 aprile.
|
La figura di San Racholf (Rotulf o Rudolf), monaco di Fulda e martire, emerge dalle nebbie del tempo come un'ombra enigmatica. La sua storia, avvolta nel mistero e nella leggenda, ci giunge frammentaria da antiche cronache e annotazioni monastiche. Eppure, la sua memoria, seppur fioca, pulsa ancora nel cuore della Chiesa, testimone di una fede incrollabile e di un sacrificio estremo.
Le informazioni su San Racholf sono scarne. Sappiamo che egli apparteneva all'abbazia benedettina di Fulda, fondata nel 747 da San Sturmio, discepolo di San Bonifacio. La sua vita monastica si svolgeva all'ombra di questa illustre abbazia, immersa nella preghiera, nello studio e nel lavoro manuale.
Secondo gli storici, Racholf fu ucciso dagli Ugonotti nel 910. Questa tragica data segna il suo martirio e la sua ascesa alla gloria eterna. Gli "Annales necrologici" di Fulda, prezioso registro della memoria monastica, annotano per quell'anno l'evento significativo: "Illatio corporis Racholfi", la traslazione del corpo del santo.
La menzione negli "Annales" testimonia l'inizio di un culto per San Racholf, un culto che però non ha mai avuto una fioritura ufficiale. Cristoforo Lieb, storico e religioso del XVII secolo, include Racholf tra i martiri dell'ordine benedettino. Il monaco Ugone Menardo, invece, indica il 18 aprile come giorno dedicato alla sua memoria liturgica.
Autore: Franco Dieghi
|
